Fabio Volo - La strada verso casa

Fabio Volo - La strada verso casa

Mondadori
2013
pp. 315
€ 18




"Guardavano le sparatorie di John Wayne insieme, apparentemente uno vicino all'altro, ma in realtà erano molto lontani. C'era stato un momento in cui Marco era passato a controllare che tutto andasse bene, aveva visto Giuseppe fissare suo padre, aveva gli occhi lucidi, le labbra gli tremavano nel tentativo di trattenere l'emozione. Marco si commosse, due vecchi amici rimasti per ore in silenzio uno di fianco all'altro davanti a un vecchio western. Un gesto d'amore e d'amicizia fatto solo di silenziosa presenza.
"Dovevi vederli seduti vicini, ti si spezzava il cuore" disse Marco la sera mentre era con Andrea in camera del padre. 
Erano le dieci. Parlavano senza guardarsi, osservavano il padre dormire, sembrava sereno, finalmente rilassato.
"Come hai fatto a trovare Giuseppe?"
"Ho cercato il numero sulla rubrica del papà. Quella rubrica è un viaggio nella memoria. Ogni pagina che sfogli scopri dei nomi che non ricordi più. Quando ho visto quello di Giuseppe, ho pensato e sperato che il papà lo riconoscesse e per qualche magia potesse parlare con lui, ridere un po'."
Ci fu un silenzio.
"Sai qual è uno dei ricordi più belli che ho con il papà?"
"Quale?"
"Avrò avuto ventitrè anni, era il periodo in cui vivevo solo con lui. Sono tornato a casa verso mezzanotte e lui era in cucina sveglio. Solitamente a quell'ora dormiva già.
Era stranamente di buonumore, forse qualcosa al lavoro, comunque sembrava contento. Io stavo andando a letto e lui mi ha chiesto se avevo fame. "Ci facciamo una pasta?"
Io sono rimasto sorpreso, non mi aspettavo una richiesta così. Alla fine ci siamo fatti un piatto di spaghetti cacio e pepe e ci siamo bevuti una birra. All'inizio ero un po' a disagio, poi invece siamo stati bene, eravamo come due vecchi amici che non si vedevano da un po'. Mi faceva anche delle domande, mi ha chiesto come andavano gli studi, se ero innamorato. Avrei voluto che quella notte non finisse mai. Il giorno dopo era come se avessi sognato tutto. Lui era tornato l'uomo di sempre. Non sai quante volte mi torna in mente quella spaghettata."
Marco sorrise.
Poi Andrea aggiunse: "Ti ricordi quando da bambino credevi che Miss Universo fosse una competizione tra donne extraterrestri?"
"Si, certo che me lo ricordo."
"Quanti anni avrai avuto?"
"Sei, sette. Mi avevi detto che Miss Italia era una competizione tra italiane, non era stupida come conclusione."
"Era logica. Quando ti ho detto che non avevano ancora scoperto altre forme di vita nello spazio, ci sei rimasto male. Hai detto che allora quel premio non valeva."
Risero.
A Marco venne in mente che, quella sera, prima di addormentarsi aveva immaginato che un giorno bellissime extraterrestri sarebbero venute sulla terra e sarebbero andate a casa di tutte le Miss Universo del mondo per farsi ridare il premio come succede con gli atleti che hanno barato nelle loro competizioni. "Perché ti è venuta in mente questa cosa?"
"E' stata l'unica volta che ho visto il papà ridere di gusto." Sorrisero.
"Anche prima che la mamma stesse male, non è mai stato uno che esprimesse facilmente le sue emozioni e i suoi sentimenti." disse Marco. "Mi sa che abbiamo preso da lui. Io sicuramente."



Di parole, su Fabio Volo, se ne spendono sempre tante...troppe.
C'è chi da anni sostiene che si faccia scrivere i libri da mani esperte, e chi invece dice che non imparerà mai a metter due parole in croce.
Io ormai c'ho fatto il callo e affronto quindi col sorriso gli sguardi del tipo: "Ma dai, eppure sembravi intelligente!" in risposta al mio solito: "Ebbene sì, leggo Fabio Volo!" quando si discute di libri.
Seguo Volo dalla prima uscita di "Esco a fare due passi", ed anche se negli anni ha mantenuto il suo stile da "Scrivotuttoquellochemipassaperlatesta", ho come l'impressione che stia facendo di tutto per evolvere e staccarsi quell'etichetta che gli hanno appiccicato addosso.

La strada verso casa è il suo settimo romanzo (ben lontano, per fortuna, dal penultimo "Le prime luci del mattino") e narra la storia di due fratelli, Andrea e Marco, delle loro vite e dei loro caratteri opposti, delle differenze che li legano e di quelle che li fanno allontanare.
E' una storia di dolore, di un padre - rimasto vedovo da anni - e dei due figli che, per prendersene cura, sono costretti a riavvicinarsi e, inevitabilmente, a scontrarsi.
E una storia d'amore, di amori forti che sopravvivono alle tempeste e di quelli che, da tempo, aspettano solo di esser riconosciuti.
E' anche - e soprattutto - la storia della scoperta di sé, delle lotte contro i propri angoli da smussare e i propri muri da abbattere, per smettere di stare all'interno degli schemi che ci siamo costruiti e ricominciare finalmente da capo.

Ho cercato di leggerlo col contagocce, per farlo durare un po' di più. Peccato che non ci sia riuscita.
Ho segnato talmente tante parti che poi ho impiegato un sacco di tempo a decidere quale scegliere per la recensione. 
Questa storia è bella: si sorride, si ride, ci si commuove.
Si sta a contatto con la vita vera, con quello che ci potrebbe accadere anche domani..già, perché al posto di Marco, Andrea o Isabella, ci potrebbe esser benissimo uno di noi.
E' per questo che fa emozionare, ed è per questo che Fabio Volo continua a piacere.


Commenti

  1. Cara Marta hai saputo esprimere bene quello che pensiamo in tanti. Purtroppo si rimane spesso vittime di luoghi comuni e invidia. Leggerò questo libro tra poco e mi hai dato un motivo in più.

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  2. Pia, questo libro è bello..sul serio. Godiamocelo, noi che lo sappiamo apprezzare! :)

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  3. Risposte
    1. Ebbravo Ema! :) Il tuo primo di Fabio Volo?

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    2. ne ho preso due in realtà...adesso sto leggendo le prime luci del mattino...

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    3. A me quello non è piaciuto per niente...fammi sapere poi :)

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    4. Dopo aver letto entrambi i libri ti posso dire che, a mio avviso, Fabio Volo indubbiamente ha una capacità di narratore notevole, il primo libro, le prime luci del mattino, l'ho trovato molto interessante e, nonostante parli sostanzialmente della storia di una donna che piano piano riacquista la propria vita, particolarmente preciso nella descrizione delle personaggi maschili contenuti all'interno del racconto. Forse i personaggi sono un po' stereotipati e anche, se vogliamo, inflazionati (l'uomo meraviglioso, che ha paura della relazione seria e, di converso la donna che dopo essersi lasciata andare alla passione cerca sicurezze di altro genere sanno un po' di stantio), ma tuttavia sono centrati. Interessante anche la descrizione del vortice passionale in cui cade la protagonista, che sembra quasi scritta da una donna. In conclusione comunque un libro ben scritto, con personaggi in parte ma forse poco originale.
      Il secondo libro, "La strada verso casa" mi è parso nettamente più emozionante. La scrittura di Fabio Volo si fa qui parecchio intimista e, devo dire, pregevolissima.
      La caratterizzazione dei personaggi è sempre ben centrata e, perfino io, mi sono identificato in alcune sfaccettature caratteriali dei personaggi (uno in particolare). La storia emoziona, il declino irreversibile di un genitore che sopravvive alla morte dell'altro genitore è qualcosa (lo dico per esperienza diretta) che presuppone una certa forza interiore che i due protagonisti dimostrano di avere. Il secondo piano di lettura consiste invece nello scontro caratteriale che si manifesta tra i fratelli e nei rapporti sentimentali che i fratelli intessono con il resto dell'ambiente che li circonda. Anche qui forse alcune cadute nel cliché, ma anche in questo caso qualche emozione qua e la traspare, ma alla fine i protagonisti della vicenda possono di buon grado raggiungere la propria strada verso casa, con la consapevolezza di poter vivere una vita migliore...

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    5. Bene, bene, bene...piacevolissima visione d'insieme Ema! :)
      Sono contenta di averti consigliato dei libri che poi effettivamente non ti hanno deluso e anzi, credo abbiano rappresentato una bella scoperta per te. :)

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