Christian Frascella - Il panico quotidiano

Christian Frascella - Il panico quotidiano

Einaudi
2013
pp. 208
€ 17

"Una crisi spezzò in due la mia notte, il mio sonno agitato. Tirai via le coperte e, il respiro affannoso, mi misi seduto e m'impegnai a contrastare quella sensazione. Era la prima volta che rispondevo al suo attacco. - Non rompere le palle! - quasi gridai. - Vattene, io non ho niente, tu non sei niente. Sono stanco, e devo dormire. Levati di torno, sparisci e non tornare...io voglio stare bene! - La mia malattia, la mia dannazione restò come stordita dalla mia reazione veemente. Ma non volle saperne di mollare la presa. M'inchiodo le gambe, aumentò i battiti del mio cuore fino a farmeli quasi esplodere nella testa. "Vinco io", parve ghignarmi nelle orecchie.
- No! - risposi. E staccai i piedi dal pavimento, controllai la respirazione inspirando col naso e espirando con la bocca. - Tu perdi. Tu te ne vai affanculo. Io sono stanco, e tra poche ore devo andare ad aiutare un amico che sta male, voglio mettergli a posto il giardino, voglio che passi i suoi ultimi giorni guardando maturare le nespole e le melanzane. Ho preso un impegno.
Ed eccomi: un ventisettenne che grida al nulla nelle ombre più fosche della notte, deciso a non arrendersi, pronto alla battaglia coi pochi mezzi a disposizione, addosso soltanto il coraggio e la speranza che il coraggio serva davvero a qualcosa nella vita.
Durò tre quarti d'ora, la lotta: a ondate. Vinceva il panico, vincevo io, tornava a vincermi lui, lo ricacciavo indietro.
Parlavamo. C'insultavamo. Lui voleva la mia anima unicamente per trastullarcisi. Non era una questione fondamentale - mi voleva insieme a chissà quanti altri nel suo girone infernale, gli interessava solo fare numero, ampliare il suo regno. Però io non volevo essere il numero di nessuno. E il panico s'incaponiva.
Non accesi la luce, non ingollai benzodiazepine. Era uno scontro, e non intendevo scappare. Gli ultimi attacchi li subii da sdraiato, sotto le coperte, la testa fredda. E a quanto pare li respinsi, poiché mi addormentai fino al mattino."


Alla fine Frascella riesce sempre a farmi commuovere: tocca quelle due o tre corde giuste e...giù lacrimoni.
Anche se questo libro è stato duro da digerire.

E un Frascella così, dopo "La sfuriata di Bet" e "Mia sorella è una foca monaca" proprio non me lo aspettavo,  o meglio, mai avrei potuto immaginare che dietro quei due romanzi ci sarebbe potuto essere quel Frascella. Che, all'età di 27 anni, ha dichiarato guerra ai suoi attacchi di panico, arrivati così, all'improvviso, in un banalissimo giorno di lavoro in fabbrica, e mai più andati via.
Ha dovuto imparare a conviverci, anche se spesso si ritrova ancora a chiedersi perché. "Non ho risposte. Però, se me lo domando, significa che sono ancora vivo. E' qualcosa, ed è abbastanza."
Un romanzo vero, forte, sconvolgente. 
Il racconto coraggioso e dettagliato della lotta contro uno dei mali più subdoli dei nostri giorni, e della tenacia di chi, pur sapendo di non potersene liberare, è riuscito a metterlo all'angolo e a giocare ugualmente la propria partita.

Commenti

  1. Un testo senza dubbio importante perchè il disagio psichico è tuttora un tabù ed è essenziale parlarne il più possibile. So che c'è da poco una cura efficace, una tecnica di nome A.C.T. definita la terza onda della psicologia cognitivo comportamentale. Credo che suggerirò questo libro anche alla mia biblioteca di zona. Grazie mille!

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    1. Pia grazie a te per l'interesse!
      Sono felice di averti consigliato un libro utile! E' sempre un enorme piacere :)

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  2. L'ho letto da poco e devo dire che mi è piaciuto moltissimo.

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    1. Eh sì, Frascella è bravo! ^_^ A me piace molto :)

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