Barbara Di Gregorio - Le giostre sono per gli scemi





Barbara Di Gregorio - Le giostre sono per gli scemi

Rizzoli
2011
pp. 278
€18

" 'Te l'ho spiegato un sacco di volte che non era vero.
Quello, l'ottovolante, andava da solo, a caso. La gente era convinta di abbassare le navicelle degli altri, sparandogli col pulsante che stava in cima alla leva. Cercavano di farne fuori il più possibile e di evitare i loro colpi, perché l'unico che restava su, alla fine del giro, vinceva un gettone per un altro giro.'
'Ma invece non era vero, invece c'erano i bottoni là vicino alla cassa...'
'O ti dai una calmata o spengo la luce e me ne vado. Non è che posso stare qua tutta notte.'
'No, no.'
'Là dove vendevamo i gettoni, dentro una specie di cabina montata vicino all'ottovolante, sotto ai tasti colorati che facevano andare la musica, ce n'erano altri dodici. Mio padre, o uno dei tizi che lo aiutavano, ne premeva uno a caso quando il giro stava per finire, e la navicella corrispondente restava in alto e vinceva.'
'Ma tu sull'ottovolante non ci andavi mai?'
'No.'
'Perché?'
'Non me ne importava.'
'Ma se non c'eri mai andato!'
'Le giostre sono per gli scemi' risponde Leonardo."


E' un romanzo complesso, il primo della Di Gregorio. Fatto di emozioni contrastanti e di intrecci ben studiati, mai banali.

Leonardo e Chicco sono fratelli, ma non proprio fratelli fratelli.
Chicco è cicciotto, mangia qualsiasi cosa si trovi davanti, e ha paura di tutto. Si fida solo di Leonardo, suo fratello maggiore, costretto dalla mamma che hanno in comune a fare da babysitter a quella palla di ciccia che non fa altro che mangiare e piagnucolare.
Chicco è curioso, e sta buono solo se Leonardo gli racconta di quando, da piccolo, stava con il padre alle giostre. Leonardo però si scoccia, continua a dire che le giostre sono per gli scemi, e dopo aver compiuto diciotto anni e esser andato a vivere con la fidanzata, stanco della sua vita, lascia tutto e segue le orme del padre.
Chicco cresce quindi senza il fratello - e, in generale, senza una vera e propria guida - continua a divorare sofficini imbevuti nella maionese a colazione e trascorre le giornate tra le prese in giro dei compagni  e i giri col Fifty, verso il colle, per riaccompagnare Guerino, l'unico strano amico col quale si riesce a confidare. Rincorre per anni l'immagine del fratello con il giubbotto rosso, e tante volte si convincerà di averlo visto veramente, anche se non sarà poi (quasi mai) così.
Solo dopo tanto tempo, una chiacchierata con suo padre e la visione di una casa crollata, gli daranno il coraggio di fare ciò che da tanto avrebbe dovuto fare: scavare nel passato e andare alla ricerca di Leonardo.

E' un racconto triste quello che ho appena finito di leggere.
278 pagine pervase dalla malinconia, dal senso di inadeguatezza e di solitudine.
Chicco sente per Leonardo quello che Leonardo sentiva per suo padre, e la risposta che Leonardo dà a Chicco è esattamente quella che suo padre dava a lui.
Chicco insegue il fratello, non si arrende mai, non lo dimentica, e anche se la sua vita va avanti, si porta sempre dietro quel vuoto che non gli permette di vivere sereno.
E' difficile non schierarsi dalla sua parte, non volergli bene. E' attraverso il suo faccione tondo che ho guardato questa storia e ci ho visto tanta sofferenza, ma anche un forte senso di fraternità, un legame tanto resistente da sopravvivere ad anni di attese e silenzi.
La Di Gregorio, a mio parere, ha scritto qualcosa di speciale.
Il titolo prometteva bene. :)

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