R.J. Palacio - Wonder


R.J. Palacio - Wonder

Giunti Junior
2013
pp. 288
€ 9,90


"Mi sono accorto che qualcuno mi stava fissando senza nemmeno guardare. Sapevo che le persone intorno a me si davano delle gomitate e mi lanciavano occhiatine di nascosto.
Pensavo di essermi abituato, ormai, a quel genere di attenzione, ma a quanto pare non era così.
C'era un tavolo di ragazze che, sapevo, stavano bisbigliando qualcosa su di me, perché mentre parlavano si coprivano la bocca con la mano. I loro sguardi e sussurri continuavano a rimbalzare nella mia direzione.
Odio il modo in cui mangio. So quanto può sembrare strano. Da piccolo ho avuto un'operazione per sistemare la palatoschisi e poi una seconda quando avevo quattro anni, ma ho ancora un buco nel palato. E anche se qualche anno fa ho fatto un intervento di allineamento della mascella, devo masticare il cibo con i denti anteriori.
Non mi ero nemmeno reso bene conto di che effetto facesse, finché un giorno non mi sono ritrovato ad una festa di compleanno e uno dei bambini ha detto alla mamma del festeggiato che non voleva sedersi vicino a me, perché ero troppo sporco con quelle briciole di cibo che mi schizzavano fuori di bocca. So che quel bambino non l'ha detto con cattiveria, ma più tardi ha passato un mucchio di guai e quella sera sua mamma ha chiamato la mia per scusarsi. 
Quando sono rientrato a casa dalla festa, sono andato davanti allo specchio del bagno e ho cominciato a masticare un cracker salato per vedere che cosa facevo mentre mangiavo. Quel bambino aveva ragione. Mangio come una tartaruga, se mai vi fosse capitato di vedere una tartaruga all'opera. Come una qualche creatura paludosa dei tempi preistorici."



E finalmente sono riuscita a leggere Wonder.
Ne è valsa la pena, ora lo posso dire.
Fa parte della collana Giunti Kids, ma fidatevi, a molti adulti farebbe davvero bene leggerlo..

August Pullman - Auggie, per gli amici - è un bambino affetto da una grave anomalia facciale che ha vissuto i suoi primi allegri dieci anni sotto l'ala protettiva della famiglia.
Arriva però anche per lui l'ora di andare a scuola e, ahimè, è proprio la prima media quella che gli tocca affrontare, uno dei periodi più critici per qualsiasi ragazzino "normale", figuriamoci per uno che ha un viso di cui si vergogna e per per nasconderlo usa un casco da astronauta.
Auggie dovrà farsi posto tra compagni che lo vedranno come un alieno, gli rideranno dietro e cercheranno in tutti i modi di tenerlo a debita distanza, onde evitare di esser contagiati.
Andare a scuola, inizialmente, sarà per lui un incubo, soprattutto quando scoprirà che anche chi sembrava essere un amico, in realtà avrà comunque qualcosa da nascondere.

Pian piano, Auggie però riuscirà a farsi valere, non solo per le sue doti scolastiche, ma anche e soprattutto per la sua autoironia e capacità di vedere sempre il lato bello delle cose.
I compagni si dimenticheranno della sua faccia strana e, col passare del tempo, non riusciranno più a fare a meno della vicinanza del loro amico fenomeno.
Grandezza e gentilezza saranno caratteristiche che, alla fine dell'anno, gli faranno addirittura vincere un premio, e sarà questa la sua rivincita, la conferma che anche se si deve portare dietro una faccia che non gli piace, può comunque avere un posto nel mondo, anzi, un posto speciale nel mondo.

Il libro è suddiviso in otto parti, e non è solo raccontato da August in prima persona, ma anche da chi gli sta vicino, e credo che questo sia un punto di forza del romanzo: è interessante capire cosa passa per la testa delle persone che sono costrette a vivere certe realtà.
E' buffo, e allo stesso tempo così vero, il motivo che ha spinto la scrittrice a creare questa storia: "Ero seduta su una panchina con i miei due figli e ho visto passare una bambina che aveva evidentemente la sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia ereditaria che colpisce le fattezza di una persona lasciando inalterato tutto il resto. Ciò che mi ha colpito non è stata la ragazzina ma la mia reazione: sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni vedendola avrebbe reagito urlando come aveva fatto alla festa di Halloween. Mi sono alzata di scatto come punta da una vespa, ho chiamato l’altro figlio mi sono allontana di corsa. Alle mie spalle ho sentito la madre della ragazzina che con voce molto calma diceva 'Forse è ora di tornare a casa.' Mi sono sentita un verme e non riuscivo a dimenticarmi di quest’esperienza."
Quanti di noi si comportano alla stessa maniera? Siamo sinceri.
Auggie ci insegna che un nuovo modo di reagire è possibile. Che la bellezza, sebbene tante volte tendiamo a dimenticarlo, è presente anche quando non si vede e che ognuno è meraviglioso a modo suo.
Se è vero che non si deve giudicare un libro dalla copertina, sarebbe bello imparare a non giudicare una persona dalla faccia.

Commenti

Post più popolari