Maria Perosino - Le scelte che non hai fatto

Maria Perosino - Le scelte che non hai fatto

Einaudi (collana I Coralli)
2014
pp. 194
€ 16,50



"Io cercavo pezzi della mia storia, ho incontrato altre storie. E mi sono piaciute. Non ho mai creduto nell'esistenza dell'anima, né del resto all'esistenza di un vero io, più vero dell'altro, o degli altri, che ci portiamo dietro.
Come quando un'amica ti dice: non sei tu. Ma cosa sono secondo te? Sono io, anche questa che vedi. Se poi questo aspetto non lo conosci, o non ti piace, è un'altra faccenda. Puoi anche avere ragione. Questo sì che puoi dirlo, ma non dire per favore che non sono io. E poi come sarebbero fatti, l'anima e il vero io? Dei fantasmini che ci portiamo dentro, nella pancia o sul cuore? No, io a queste cose non credo. Ma in una cosa credo: ognuno di noi, nel bene o nel male, è la sua storia. Anzi, le sue storie, comprese quelle non vissute e  solo immaginate e sognate. Questo siamo.
E ora credo di aver imparato che forse siamo un po' anche le storie delle persone che abbiamo incontrato, quelle storie a cui abbiamo imparato a voler bene come fossero la nostra, ma che nostre non sono."



Per una indecisa incallita, che prima di fare una scelta esamina pro e contro, possibili alternative, e per finire in bellezza si mette a fare Ambarabà ciccì coccò , questo libro è una mano santa.
Meglio di qualsiasi altro rimedio o consiglio altrui, perché insegna a decidere senza aver paura di sbagliare, senza pensare a cosa sarebbe potuto succedere se...
E' come un cuscino che rende la seduta più morbida, come una spugna che assorbe i rimorsi e rimpianti: già, perché ci coccola, ci consola; è un po' come se ci stesse abbracciando e dicendo: "Ma dai, non hai perso niente, mettiti il cuore in pace!"
Si perché per esempio, anch'io tante volte - così come la Perosino - mi sono domandata dove fosse finito il maschiaccio che era in me, quello che si arrampicava sugli alberi o si sbucciava le ginocchia e i gomiti scivolando dallo skate.
Quante volte me lo sono chiesta....ma poi effettivamente - come racconta la scrittrice - è vero che quel maschiaccio non mi ha mai abbandonato anche se nella vita poi ho preferito indossare la gonna.
Me lo porto dietro quando metto i tacchi, quando smonto un mobile o quando mi cavo un occhio cercando (invano) di applicare l'eyeliner. Ma anche quando la sera rientro a casa da sola.
Ecco, la Perosino giustifica tutto questo dicendo che in realtà il più delle volte non è il 100% di noi a decidere, ma solo un 'piccolo' 51%, e il restante 49% non scompare nel nulla, ma continua ad esistere, a camminarci vicino e ad influenzarci.
La scrittrice è una che nella vita ha sempre fatto di testa sua, senza mai farsi influenzare dagli altri ("Nel bene o nel male, non ho conti in sospeso con la mia storia. Vuoi per coraggio, vuoi per incoscienza, quello che ho volevo fare l'ho fatto. Ho commesso un sacco di errori, certo, ma non quello a mio parere più grave: lasciarsi condizionare, dagli altri, dalla paura di sbagliare, dal moralismo, e non aprire o chiudere delle porte. No, non ho rimorsi, questo no.") ma è stata tanto curiosa di scoprire come sarebbe potuta diventare se non avesse deciso di prendere una strada piuttosto che un'altra, che si è fatta venire una brillante idea. E' andata a cercare se stessa nei pezzi che ha abbandonato durante il tragitto, nelle vite delle persone che ha conosciuto in passato e che, se avesse continuato a frequentare, avrebbero reso la sua esistenza completamente diversa.
Maria incontra queste persone durante cene, pranzi e aperitivi, tanto che poi, contemporaneamente, decide di rivolgersi ad una dietologa, Orsetta Nigroni Merri, una personalità a primo impatto gelida, che si occuperà di prescrivere diete in base a ciò che la Perosino scriverà. E alla fine, proprio durante una cena, le due diventeranno amiche: una per la prima volta riuscirà a sciogliersi e a fidarsi di qualcuno, l'altra continuerà a scoprire parti di sé, usando ancora le vite altrui come specchio in cui riflettersi.
Il bello di queste pagine è che non sono per niente nostalgiche, tutt'altro:  sembra sul serio di chiacchierare con un'amica di vecchia data, e il tono usato dall'autrice è ironico, divertente, vien fuori il carattere fiero di una donna contenta dei lavori che ha lasciato, dei traslochi che ha fatto, dei fidanzati che ha cambiato, delle abitudini alimentari che ha adottato. E di tutto ciò che ha scelto, con coscienza e fermezza, di non fare.
La sola cosa che mette tristezza è il fatto che la scrittrice se ne sia andata proprio il giorno prima della pubblicazione di questo libro, e non per sua scelta.
Però di una cosa sono convinta: se ne sarà andata col sorriso, contenta di aver fatto della sua vita esattamente quello che voleva.


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