Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira

Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira. Una testimonianza

Feltrinelli (collana Universale Economica)
2013
pp. 214
€ 8



"Il dottor Cardoso insistette nel pagare il pranzo e Pereira accettò di buon grado, sostiene, perché con quelle due banconote che aveva dato a Marta la sera prima il suo portafoglio era rimasto piuttosto sguarnito. Il dottor Cardoso si alzò e lo salutò. A presto, dottor Pereira, disse, spero di rivederla in Francia o in un altro paese del vasto mondo, e mi raccomando, dia spazio al suo nuovo io egemone, lo lasci essere, ha bisogno di nascere, ha bisogno di affermarsi.
Pereira si alzò e lo salutò. Lo guardò allontanarsi e sentì una grande nostalgia, come se quel commiato fosse irrimediabile. Pensò alla settimana passata alla clinica talassoterapica di Parede, alle sue conversazioni con il dottor Cardoso, alla sua solitudine. E quando il dottor Cardoso uscì dalla porta e scomparve nella strada lui si sentì solo, veramente solo, e pensò che quando si è veramente soli è il momento di misurarsi con il proprio io egemone che vuole imporsi sulle coorti delle anime. Ma anche se pensò così non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira." 

Anche se non mi è parso di vederlo nella classifica dei 100 libri più amati su Facebook (girava una catena, un mesetto fa), è sicuramente uno dei più consigliati, non solo tra quelli di Tabucchi ma, in generale, tra tutti i colossi italiani.
E, fidatevi, un motivo c'è.
Facendo una ricerca su internet, sono perfino incappata in diverse schede libro scolastiche, fatte da studenti mooolto fortunati, ai quali era stata assegnata la lettura di un libro che fa aprire gli occhi...mica come quelli che capitavano a me, che sembrava ci fosse Morfeo in persona dietro la prima pagina, pronto ad abbracciarmi. 
E insomma, nessuno di questi studenti s'è lamentato. Giustamente.

Per chi ancora - come me, fino a poco tempo fa - non conoscesse questa piccola perla di letteratura contemporanea, beh, ecco qui qualche riga a riguardo.
Siamo a Lisbona, nel 1938, periodo di dittatura salazarista.
Pereira è un ex giornalista di cronaca nera che è finito a curare la pagina culturale del Lisboa, un quotidiano del pomeriggio alquanto noto in città.
Pereira è vedovo, ed anche se sua moglie è morta ormai da tanto, continua a parlarci, o meglio, racconta tutto al ritratto che tiene gelosamente in salotto. Racconta del lavoro, della passione per la letteratura francese, del ragazzo che ha assunto come aiutante, del rapporto che ha con la morte.
Si accontenta di poco: gli basta potersi gustare in santa pace la sua omelette alle erbe e sorseggiare limonata (con troppo zucchero) al Café Orquidea, poter parlare con sua moglie e..nient'altro.
Non gli interessa la politica, ed ancor meno le donne. Non ha idee, non si oppone, né manifesta mai malesseri di alcun tipo, nonostante l'obesità e la cardiopatia che lo accompagnano.
Vive alla giornata, e sembra che tutto ciò che gli succede intorno, in un periodo tormentato come quello in cui è ambientata la storia, non sfiori neanche per sbaglio i suoi pensieri.
Da quando la moglie se n'è andata, l'uomo pare caduto in uno stato di perenne apatia, in cui l'unica cosa che gli interessa è scrivere un buon articolo per il giorno successivo.
Eppure, dopo che decide di assumere Monteiro Rossi - un neolaureato a pieni voti in filosofia - come collaboratore per i necrologi anticipati dei personaggi più rinomati in ambito culturale, qualcosa, nella vita del protagonista, comincia a prendere una piega diversa.
Il ragazzo fa di testa sua e scrive i necrologi che non gli vengono assegnati - come per esempio quello di Gabriele d'Annunzio - conditi da aspre critiche politiche, atteggiamento che fa infuriare Pereira e gli fa decidere, di conseguenza, di non rendere pubblici gli articoli scritti dal giovane. Contemporaneamente, però, egli non riesce a licenziare Monteiro e, anzi, la sua vicinanza, assieme a quella della fidanzata Marta e all'ondata di rivoluzione che i due si trascinano dietro, fa nascere - e crescere - in Pereira un profondo senso di rabbia e di insofferenza che sfocerà poi in un radicale cambiamento, in una vera e propria rivoluzione, non solo interiore. Sarà in quel momento che l'Io egemone, quello di cui gli aveva parlato il dottor Cardoso, suo medico curante presso la clinica talassoterapica di Parede, prenderà il sopravvento e lo farà per la prima volta sentire tanto temerario da compiere il gesto più eclatante di tutta la sua vita.

Ecco quello che riesce a fare il dottor Pereira: svegliare le coscienze assopite. Scuoterle e guidarle nella scelta di nuove strade, nella disapprovazione di quelle imposte.
Fa sentire liberi, sprona a diventare coraggiosi, a battersi per ciò che non va, a far valere le proprie idee.
Non so perché, ma ero già quasi convinta di dover fare i conti con uno stile lento, barboso e complesso, con un libro intriso di storia, troppo distante dai miei gusti. Invece Tabucchi mi ha lasciato piacevolmente sorpresa: è un romanzo che, grazie allo stile scorrevole, si divora facilmente e lascia un'impronta indelebile. Come un vero signor Libro.
Insomma, se lo fanno leggere a scuola, se ha vinto due premi nazionali, se l'hanno tradotto in ventidue lingue, se ne hanno tratto perfino un film con Mastroianni..che mi potevo aspettare?
Il romanzo comincia con "Sostiene Pereira" e finisce con "Sostiene Pereira"
Ma ciò che Pereira sostiene all'inizio non è uguale a ciò che sostiene alla fine. Già, perché la storia inizia con un uomo insicuro, mediocre, impaurito dalla vita, e finisce con un uomo coraggioso, combattivo, orgoglioso. E in mezzo a tutto questo c'è un' anima che muta, c'è Lisbona con i suoi profumi, ci sono le battaglie reali e quelle con l'Io interiore, c'è il passato che lascia posto al presente, c'è la vita di un uomo come tanti...c'è tutto quello che serve per considerare queste duecento pagine qualcosa di meraviglioso, da non lasciarsi scappare. E da consigliare, consigliare, e ancora consigliare.

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